Nel 2018 esce il libro "Vinile" di Antonio Saluzzi a 40 anni di distanza dalla pubblicazione del libro "Il disco" di Gilles Cantagrel 1978. I due testi sono la testimonianza di due mondi completamente diversi. Più che di ritorno al vinile parlerei di nascita del Vinile 2.0 e solo chi ha vissuto di persona il periodo precedente può cogliere appieno le differenze fra queste due realtà

Negli anni settanta il giradischi era un apparecchio comunissimo. In casa genitori e figli avevano spesso ognuno il proprio. Il 1978 è stato l'anno di massima diffusione del Long Playing. I negozi di dischi erano enormi anche fino a 7 piani. Nel 1980 il potere assoluto del disco è stato minacciato dall'audiocassetta con l'arrivo degli autoradio Pioneer e del Walkman Sony. Nel 1983 il Cd ha dato il colpo di grazia portando in pochi anni il vinile alla fine e ad un oblio durato venti lunghissimi anni.

Confrontando il libro "Vinile" di Antonio Saluzzi del 2018 con il libro "Il disco" di Gilles Cantagrel del 1978 possiamo farci un idea dei cambiamenti fra i due periodi basandoci sui diversi elementi che vengono rispettivamente affrontati nei due libri.


Il libro "il disco" del 1978 dedica 32 pagine alla messa a punto di braccio e testina, 35 pagine sulla cura e manutenzione del disco, 8 pagine sull'elettricità statica, 8 pagine alla sala di ascolto.


Il libro "Vinile" di Antonio Saluzzi del 2018 dedica 3 pagine alla messa a punto di braccio e testina, 7 pagine sulla cura e manutenzione del disco, una riga sull'elettricità statica, zero riferimenti alla sala di ascolto.

Nel libro di Saluzzi 60 pagine riguardano la valutazione dei dischi, argomento ignorato nel libro del 1978. Questa è la sostanziale differenza. Il capitolo: "Come fare a capire se il prezzo è giusto e il telefono non prende" è un esempio emblematico e triste del suo contenuto.
Le 60 pagine su come valutare un disco rischiano di diventare un inutile spreco di inchiostro. Indicare "valutazioni ufficiali" e' un po come tentare di stabilire un valore ufficiale alle azioni FIAT in borsa e chi segue la finanza conosce le enormi fluttuazioni e infatti non esistono listini ufficiali. Pensare di farlo per un bene così aleatorio e passeggero come i dischi è un illusione.

Dietro certe pubblicazioni e spinte in direzione del collezionismo ci sono interessi economici e figure che in questa trasformazione ottengono grosse oppurtunità di business. Antonio Saluzzi nel suo libro non sembra un sostenitore di questa tendenza che anzi, per fortuna, prova a contrastare.

Il libro "Vinile" del 2018 resta influenzato, suo malgrado, da questa circostanza, dedicando più pagine alla valutazione del disco che alla maniera di ascoltarlo nel migliore dei modi. Basti pensare che sulla regolazione dell'antiskating vengono scritte solo 7 righe, la metà di quelle impiegate sull'importanza di un adesivo presente o meno sulla copertina del disco.


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